ALTRE NARRAZIONI IN TEMPO DI PANDEMIA

ALTRE NARRAZIONI IN TEMPO DI PANDEMIA

Altre narrazioni in tempo di pandemia

Il Consiglio Mag allargato del 13 maggio puntualizza e scommette!

 

  • IMPRESE SOCIALI E COVID-19, TRA PROBLEMI VISSUTI E NUOVE PROSPETTIVE

Un alto numero di imprese sociali della rete Mag opera nei servizi educativi e culturali e artistici che sono stati tra i primi ad essere chiusi per il lockdown. Anche chi lavora nell’agricoltura biologica ha affrontato difficoltà, legate però non allo stop dell’impresa o alla mancanza di manodopera, ma alla chiusura del canale di vendita dei mercati al pubblico.

Quanto alle nuove prospettive, abbiamo osservato nel periodo un crescente desiderio dei cittadini/e di rivolgersi alla filiera corta, ossia ad aziende agricole e negozi locali.

È aumentato il numero di GAS e quindi degli acquisti dai piccoli produttori, così come anche gli acquisti online con consegna a domicilio presso attività di quartiere, le quali per la prima volta hanno offerto anche questa modalità di vendita, grazie alla fioritura di piccole piattaforme informatiche che – a differenza di Amazon – non fagocitano i piccoli.

  • DEI DATI CONTRO CORRENTE

Dalla nostra esperienza di intraprese sociali, e dai dati dell’osservatorio Mag, sentiamo che non è bene alimentare i toni catastrofici e di pura lamentela che nelle ultime settimane caratterizzano il dibattito pubblico quanto alle misure a supporto di lavoratori ed imprese.

Ad esempio, dall’osservatorio dell’Ufficio Lavoro Mag su circa 580 lavoratori/trici delle imprese sociali seguite, risulta che per il 58% è stata chiesta la cassa integrazione. Di questi, circa il 70% ha già ricevuto quanto spettante in busta paga, perché l’impresa l’ha anticipato in attesa di conguaglio con l’INPS. Non è corretto allora il racconto prevalente sui media, per cui la maggior parte dei lavoratori/trici sarebbe ancora in attesa di cassa integrazione. Ciò significa anche che le imprese del settore sociale stanno riuscendo ad assicurarla con la liquidità aziendale, anche se non si tratta certo di realtà tra le più redditizie. Purtroppo l’altro 30 per cento di lavoratrici/tori delle piccolissime imprese è in attesa di liquidazione diretta delle somme da parte dell’Inps, che dipende dalle autorizzazioni delle Regioni, non certo tempestive.

Anche provvedimenti quali i 600 euro dati dall’INPS ai lavoratori autonomi e il “Decreto liquidità” – che facilita l’erogazione di prestiti per liquidità alle imprese – sono stati d’aiuto: le procedure burocratiche sono certamente perfettibili, ma la nostra esperienza al riguardo non è quella di “aiuti che restano solo sulla carta”, come si sente ripetere sui mezzi d’informazione.

  • SI RAFFORZANO LE RETI

Le Reti tra imprese sociali e oltre hanno ritrovato slancio e significato profondo, sull’onda del bisogno (non solo economico, ma anche intimo, personale) di tenersi in relazione, perché tutti abbiamo percepito che nell’isolamento si soccombe. Da qui un gran fermento e una grande voglia di connettersi ad altri e altre, per inventare insieme soluzioni nuove per la ripartenza.

Il virus ci ha mostrato che siamo interdipendenti e dall’interdipendenza traiamo anche la nostra forza, trasformandola in cooperazione.

Nel mondo Mag e oltre le reti esistono già da tempo, ma in questo periodo hanno vissuto nuovo slancio: Mag stessa è una rete e al suo interno sono nate la Rete delle Nuove Vite Contadine e quella delle Imprese Sociali di Cura; poi Mag partecipa in Italia alla Rete del Microcredito (RITMI), alla rete delle Mag d’Italia, alle reti del Terzo Settore, alle reti dell’Economia Solidale (RIES).

È nata da poco anche una nuova rete, che in questo periodo sta convogliando a livello internazionale molte delle reti citate: quella legata al Forum Sociale Mondiale di Barcellona sulle Economie Trasformative. Obiettivo del Forum è partire dalla dimensione locale per trovare percorsi e progetti condivisi che possano invertire la rotta intrapresa dai modelli economici dominanti. L’incontro del Forum è previsto per ottobre prossimo a Barcellona.

  • RIPARTIRE, MA CON NUOVO RITMO E NUOVA GEOGRAFIA

Il periodo di quarantena ha permesso a molti e a molte di sperimentare nuove modalità di vita, di riscoprire il quartiere, la casa, le relazioni di vicinato, di ritrovare il piacere di un ritmo di vita più lento e di interrogarci in prospettiva sul tipo di umanità che vogliamo essere.

Ora, certo, è importante ripartire, ma non vogliamo che “tutto torni come prima”, desideriamo portare con noi questa nuova consapevolezza sul quotidiano e che da oggi venga messo al centro ciò che era considerato residuale: il primum vivere che non è mera sopravvivenza ma attiene a ciò che è importante “per me” ma anche per altri e che si lega non solo alla necessità ma anche al piacere.

Nella ripartenza, o meglio nel ri-cominciare, ci pare fondamentale, ad esempio: tenere al centro l’idea di un giusto rapporto tra lavoro e tempo di vita; non tornare a correre, ma piuttosto a lavorare con coscienza, avendo reciprocamente rispetto per il lavoro altrui; tenere la cura dell’ambiente sempre al centro delle nostre azioni; mantenere viva la dimensione di prossimità riscoperta.

Il cambiamento è possibile, non è utopico, non è distante, in poche settimane l’abbiamo sperimentato.

  • COME NON SOCCOMBERE AL RITORNO DEL VECCHIO MODELLO?

In questi mesi di pandemia le tante realtà dell’economia sociale hanno lavorato – anche con maggiore vivacità di prima – per pensare e attuare nuovi paradigmi per il mondo che verrà e l’hanno fatto con un nuovo slancio di ambizione. La difficoltà e i momenti di sfiducia non hanno avuto il sopravvento.

Il Terzo Settore a matrice Mag oggi non si nomina più come realtà critica e alternativa tra Stato e mercato, tra pubblico e privato, ma come agire quotidiano di innumerevoli “comunità” che hanno messo al primo posto la vita (primum vivere), portatrici quindi di un grande e coraggioso progetto “planetario” di trasformazione.

Sarà necessario assumere autorità di parola e attraversare campi di battaglia in ogni parte del mondo, per vedere a tutti i livelli (e anche da parte delle istituzioni) la centralità delle nostre pratiche, non limitandoci a semplici rivendicazioni e non riponendo molte aspettative sui governi (che sembra continuino ad attestarsi su vecchi modelli, quali protezionismo, competizione ecc.).

  • LA RIFLESSIONE COLLETTIVA CONTINUERÀ…

 

Testo a cura di Gemma Albanese, socia lavoratrice Mag