I tristi imperi del merito

L’Ufficio Studi Mag vi propone la lettura di un articolo apparso il 12 Febbraio 2017 sul sito avvenire.it.
In questo nuovo articolo, l’autore Luigino Bruni riflette sull’evoluzione della concezione meritocratica, che ha costruito un sistema sociale determinando privilegi e differenziazioni all’interno della società.
“Il merito è il grande paradosso del culto economico del nostro tempo. […] L’origine della religione meritocratica è dunque molto antica, si perde nella storia delle religioni e dei culti idolatrici. […] Sulla base dei meriti e dei voti scolastici abbiamo costruito tutto un sistema sociale ed economico gerarchico e castale, dove nei primi posti stavano coloro che rispondevano meglio a quei meriti, e negli ultimi quelli che a scuola ottenevano performance peggiori. […] Quel merito scolastico, che sembrava così ovvio e pacifico, in realtà ha determinato privilegi e dignità molto diversi tra di loro, che hanno retto e continuano a reggere l’impianto e le diseguaglianze delle nostre società. […] Ieri e oggi le meritocrazie hanno un solo grande nemico: la gratuità, che temono più di ogni cosa perché scardina le gerarchie e libera le persone dalla schiavitù dei meriti e dei demeriti. Solo una rivoluzione della gratuità – urlata, desiderata, vissuta, donata – potrà liberarci da questa nuova inondazione di pelagianesimo, se durante questo tempo di schiavitù e di lavori forzati a servizio del faraone, non smetteremo di sognare insieme una terra promessa.”
Qui è possibile consultare l’intero articolo.
Buona lettura!
Ufficio Studi Mag