Oltre i fallimenti, «secondo giorno» di ogni vocazione

L’ufficio studi MAG vi propone la lettura dell’editoriale di Luigino Bruni, apparso il 27 novembre su Avvenire.
Con questo articolo Bruni riflette sull’importanza delle parole che, se sono vere, si devono incarnare nel nostro operare. Tuttavia, mettere in pratica quanto viene detto è difficile e spesso questa difficoltà genera sentimenti di delusione, ma lo scacco deve essere vissuto non come fallimento bensì come punto di partenza per arrivare ad una libertà più grande.
“Le nostre parole più importanti hanno la capacità di diventare storia, carne, di incarnarsi nella nostra vita. Se non ci fossero queste poche parole diverse, tutto il nostro parlare e scrivere sarebbe soffio, vento, vanitas. […] Le promesse del giorno della chiamata sono molto più grandi delle nostre possibilità di realizzarle in tutti gli altri giorni della vita. Per questa ragione, il fallimento e la delusione sono parte dello sviluppo necessario di una buona vocazione. […] I profeti continuano il loro canto quando nel giorno del grande fallimento riescono a comprendere che ciò che appariva come sconfitta era soltanto il dono della libertà più grande. Non era lo scacco matto dell’esistenza, ma solo l’inizio dell’incarnazione vera delle parole che avevano annunciato.”
Potete trovare qui l’intero articolo.
Buona lettura!
Ufficio Studi Mag