Le fabbriche recuperate stanno scrivendo una pagina della storia dell’autogestione

L’Ufficio Studi Mag vi propone la lettura dell’intervista ad Andrés Ruggeri, studioso del fenomeno delle imprese recuperate a livello internazionale, si occupa cioè delle “realtà abbandonate dagli imprenditori e poi occupate e rimesse in moto direttamente dai lavoratori. [..] Da allora [in Argentina] più di 300 imprese fallite sono tornate in funzione, salvando oltre 15.000 posti di lavoro e dando vita ad un processo di autogestione inedito che continua e che, sull’onda della crisi globale degli ultimi anni, è divenuto esempio di resistenza anche in Europa.”
Nell’intervista lo studioso parla delle caratteristiche di questo fenomeno, che acquisisce connotazioni diverse in diversi contesti geografici: esso ad esempio in Europa va sotto il nome di workers buyout, e di solito vede livelli di conflittualità più contenuti.
“Il fenomeno delle imprese recuperate ha delle possibilità di espansione perché si situa in quell’area grigia tra lavoro formale e informale nella quale si trovano molti lavoratori a causa della perdita di posti di lavoro generata dalla crisi e dalle politiche neoliberiste diffuse in tutto il pianeta.”
“[P]er quanto riguarda i casi argentini (non tutti, ma secondo le nostre ricerche per il 50% del totale) è la volontà dei lavoratori di non limitarsi ad occuparsi esclusivamente della gestione economica delle imprese, attraverso diverse iniziative di carattere solidale organizzate all’interno dei luoghi di lavoro, oppure in collaborazione con la loro comunità e con i movimenti sociali”.
Potete leggere l’intero articolo qui. Inoltre qui trovate un articolo su alcune esperienze di workers buyout in Lombardia.
Buona lettura!