La civiltà del pane donato

La civiltà del pane donato

L’ufficio studi MAG vi propone la lettura dell’articolo di Luigino Bruni apparso domenica su Avvenire, che riguarda l’eccedenza, il “superamento dei confini del ragionevole e della convenienza, sociale e religiosa”.

L’autore ci fa riflettere su un verso del Qohelet: “Manda il tuo pane sul volto delle acque, perché in molti giorni lo ritroverai” (Qohelet 11,1). Gettare il pane nelle acque, al tempo di Qohelet, era un gesto sovversivo ed imprudente, corrispondeva ad un grandissimo spreco in termini economici. Gettare il pane sulle acque significa fare un gesto di pura gratuità, senza aspettarsi alcun tornaconto.

“La legge della vita feconda è l’eccedenza, la magnanimità, la generosità. Il grano del pane cresce e ci sfama se seminiamo di più di quanto dovremmo, se andiamo oltre il calcolo d’efficienza, se gettiamo nel terreno più semi dello stretto necessario. La nostra semente non deve essere lanciata soltanto nel terreno buono. [..]

Qohelet ci suggerisce di gettare il pane sul volto dell’acqua, se vogliamo rivederlo tornare in molti modi, molte volte, in molti giorni.”

Potete leggere l’intero articolo qui.

Buona lettura!