Indicare un cielo senza idoli

L’ufficio studi MAG vi propone la lettura dell’articolo di Luigino Bruni apparso su Avvenire, che riprende Qohelet nel passo in cui “mette alla prova l’idea, molto radicata” all’epoca “che vedeva e cercava una non-vanità nel ricordo dei posteri.”
“Né di un sapiente né di un idiota avrà memoria il suo tempo. Pochi giorni, e di loro tutto è dimenticanza. Il sapiente e l’idiota ne fa un fascio la morte” (2,16)
“Vano, poi, è anche pensare che la ricchezza accumulata dal saggio diventerà benedizione per i suoi figli. (..)
La morte annulla ogni ricompensa di una vita spesa nella sapienza.”
Però “Qohelet non parla della morte e della vita da depresso. (..) Se riusciamo a trovare qualcosa di non-vano e non-illuso quando assistiamo un amico o un figlio negli ultimi suoi giorni di vita, allora possiamo avere una speranza non-vana che la vita intera non sia solo fumo.”
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Buona lettura!