L’infinita sapienza del limite

L’ufficio studi MAG vi propone la lettura dell’articolo di Luigino Bruni, apparso domenica su Avvenire, che riprendendo il libro Qohelet, spiega che la vera sapienza è riconoscere che “siamo già e resteremo sempre anelanti a una pienezza che rimane metà“, che la condizione umana è necessariamente desiderio di conoscenza completa che per definizione non può essere soddisfatto.
“La sapienza non è lo scopo della sua ricerca, è lo strumento per ricercare. È la premessa, la pre-condizione per la ricerca della verità. Qohelet ribalta la tesi comune che vedeva la sapienza come il frutto della ricerca, come la fine del cammino, e la pone all’inizio, come abito del ricercatore che vuole conoscere. (..)
Qohelet, però, con la sua analisi spietata delle leggi della vita manda in crisi (l)a sapienza ereditata dalla tradizione: Salomone, culmine e immagine di quella sapienza dei padri, il garante di quella sapienza ereditata con cui i figli e le figlie dell’Adam possono incamminarsi alla ricerca della verità sul mondo e sulle cose che sono sotto (e sopra) il sole. (..) Cercare la verità senza possederla, indagare la conoscenza restando insoddisfatti e indigenti, è semplicemente la condizione umana. (..)
E da qui, umilmente e tragicamente, iniziare a vivere rinunciando alle illusioni e alle false consolazioni.”
Potete leggere l’intero articolo qui.
Buona lettura!