Le beatitudini che non sappiamo

L’ufficio studi MAG vi propone la lettura dell’articolo di Luigino Bruni pubblicato su Avvenire il 4 ottobre 2015.
“La fame e la sete assumono molte forme. Ci sono quelle del cibo e dell’acqua, ma ci sono anche quelle di bellezza, di verità, di amore, di preghiera. (..)
Se i soli alimenti fossero quelli che saziano e dissetano il nostro corpo, andrebbero sprecati decine di migliaia di anni di storia evolutiva, quando iniziammo a desiderare stelle diverse da quelle notturne (..).
L’espansione e la fioritura dell’esistenza umana consiste, paradossalmente, nell’allargare le forme della fame e della sete (..).
Ci sono (..) una fame e una sete che non fanno star male né ci fanno morire. Sono quelle che il Vangelo associa addirittura a una forma di felicità, a una beatitudine. Esistono assetati e affamati che sono beati. Sono quelli che hanno “fame e sete della giustizia“.
C’è una fame e sete di giustizia che tanti, forse tutti, avvertiamo quotidianamente, semplicemente vivendo e coltivando il nostro senso di giustizia. Ma la beatitudine fiorisce durante le carestie e le siccità della giustizia. (..)
Chi combatte per una giusta causa, diventa tanto più forte quanto più cresce l’ingiustizia, la sua energia aumenta insieme alla sete e alla fame di quella giustizia negata.”
Per leggere l’intero articolo clicca qui.
Buona lettura!