India: le raccoglitrici di tè vincono contro una multinazionale

India: le raccoglitrici di tè vincono contro una multinazionale

L’Ufficio Studi Mag vi propone la lettura dell’articolo apparso sul sito terraterraonline il 20 ottobre 2015.

Dà conto di un’importante protesta portata avanti da migliaia di raccoglitrici di té indiane nelle piantagioni del Kerala, separatamente dalle organizzazioni sindacali e in parte anche contro di esse.

“Migliaia di raccoglitrici hanno bloccato strade, assediato gli uffici delle piantagioni, fermato il lavoro, ma era molto più di una semplice battaglia sindacale: quelle donne erano in lotta contro i padroni delle piantagioni e anche contro i sindacalisti, contro condizioni di lavoro da schiavi, contro i loro stessi uomini, e contro l’indifferenza dello stato e dei media. E alla fine hanno vinto: sia aumenti di salario, sia soprattutto un po’ di voce.(…)

Le raccoglitrici sono per lo più donne e sono dalit (fuoricasta, o “intoccabili”: lo scalino più basso e discriminato della gerarchia sociale indiana). Per i loro figli non c’è scuola; i loro mariti fanno lavori altrettanto malpagati, oppure si consumano con l’alcool.

La rabbia è esplosa quest’estate, quando la Kannan Devan Hill Plantation ha deciso di tagliare il bonus pagato fino ad allora alle lavoratrici – circa il 20 per cento su una paga di 230 rupie al giorno (pari a 3,5 dollari)(…).

I loro slogan però non erano diretti solo ai padroni delle piantagioni. Anzi, se la prendevano quasi più con i dirigenti del sindacato che in teoria doveva rappresentarle, riferisce il giornale web indiano Catch. Urlavano «Noi fatichiamo tutto il giorno, voi ci saccheggiate». «Noi portiamo foglie di tè nei nostri fagotti, voi portate pacchi di soldi». «Noi viviamo in minuscole baracche, voi vi concedete comodi bungalow».”

“Revocato lo sciopero, ora il «Pombilai Orumai» vuole trasformarsi in un sindacato a tutti gli effetti, forse presentare candidate alle prossime elezioni locali.”

Potete leggere l’intero articolo qui.

Buona lettura!