L’anima triste degli incentivi

L’anima triste degli incentivi

L’Ufficio Studi Mag vi propone a lettura dell’Editoriale di Luigino Bruni apparso ieri su Avvenire, dal titolo “L’anima triste degli incentivi”. Si parla delle virtù dei lavoratori e del meccanismo sbagliato degli incentivi, che le imprese spesso usano per attrarre tali virtù.

“La prima saggezza di ogni istituzione consiste nel riconoscere di non avere il controllo sull’anima dei loro membri – ogni virtù è prima di tutto una questione d’anima. Quando questa consapevolezza manca o viene negata, le imprese e le organizzazioni non si fermano sulla soglia del mistero del lavoratore-persona e fanno di tutto per colmare lo ‘scarto’, finendo così per perdere la parte migliore dei loro lavoratori. […]

[Le ] grandi imprese [sono] sempre più convinte di aver finalmente inventato strumenti e tecniche per ottenere dai loro lavoratori tutte le virtù di cui necessitano – tutta la mente, tutte le forze, tutto il cuore – senza bisogno né della forza morale né, tantomeno, del dono. E così finiscono per ritrovarsi con pseudo-virtù.

Questa distruzione di massa delle virtù ha molto a che fare con l’ideologia dell’incentivo.”

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