Reagire alla “povertà non scelta”

Reagire alla “povertà non scelta”

L’Ufficio Studi Mag vi propone la lettura dell’editoriale di Luigino Bruni apparso su Avvenire del 22/03/2015, dal titolo “La risposta dell’intoccabile”, che prende la storia di Giobbe ad esempio della situazione di “povertà non scelta” in cui chiunque di noi potrebbe all’improvviso ritrovarsi.

“Nelle religioni “economiche” del tempo (e, oggi, anche in quella delle nostre grandi imprese e banche) la sventura e l’impurità vengono considerate come gli effetti di una vita da peccatore. È questa equivalenza che Giobbe non vuole accettare – per lui, e per noi. Giobbe da ricco e potente si ritrova sventurato, impuro, e quindi intoccabile, fuori da tutte le caste sociali. È questa ancora oggi la triste sorte di imprenditori, dirigenti, lavoratori, politici, sacerdoti, che caduti in rovina si ritrovano non solo impoveriti, ma seduti su un cumulo di macerie che include anche famiglia, amici, salute. E subito finiscono anche tra gli impuri fuori dal villaggio, allontanati e emarginati da club, associazioni, circoli, confinati in discariche sociali e relazionali, scansati da tutti e non toccati per il terrore di restare anch’essi contagiati dalla loro rovina.

[…] Se la vita funziona e fiorisce arriva inevitabilmente la tappa del mucchio di letame. È l’appuntamento con la povertà non scelta.

[…] Il poema di Giobbe è la rivelazione della immensa profondità dello spessore morale dell’uomo, capace di continuare a benedire Dio nella sventura radicale e immeritata senza la sua reciprocità. Giobbe cercherà in tutto il suo dramma di trovare un senso a questa mancanza di reciprocità di Dio.

[…] La scommessa tra Satana e Elohim non è vinta da nessuno dei due: il vero vincitore è Giobbe, che “costringerà” Dio stesso a liberarsi a sua volta dalla logica retributiva, economica, contrattuale. A chiedergli di diventare ai suoi occhi d’uomo ciò che è: Altro.

Grazie a Giobbe, uomo fedele anche senza reciprocità, Dio deve allora continuare ad amarci anche quando noi smettiamo di farlo. Può, e deve, essere presente in un mondo che non lo vuole, non lo vede, non lo desidera più.”

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Buona lettura!