L’esperienza MAG, Autorità Sociale e Politica nel territorio

L’esperienza MAG, Autorità Sociale e Politica nel territorio

Quest’occasione  segue gli scambi che soprattutto negli ultimi mesi abbiamo avuto con le Vicine di Casa di Mestre e l’Associazione ARte – Amare Chioggia e il suo territorio, in particolare sul tema della riconoscenza, che – usando un linguaggio artistico –  vorremmo interpretare come leva per un nuovo paesaggio politico.

Io sono una socia fondatrice di MAG Verona. Per chi non ci conosce, MAG sta per “Mutua per l’Autogestione”: una “Società di Mutuo Soccorso” e una “Cooperativa di Servizi”, due realtà che insieme da oltre 35 anni sostengono ed accompagnano – con attività di formazione, di servizi aziendali, di costruzione di relazioni di rete e con interventi di finanza etica e di microcredito – Imprese Sociali e di Lavoro sotto forma di Cooperativa Mutualistica, Associazione, Onlus, Fondazione di Comunità nel territorio Veronese, in Veneto ma non solo.

Imprese Sociali attivate da donne e uomini disoccupati, inoccupati, o anche insoddisfatti del lavoro cui sono costretti. Donne e uomini che, in prima persona e puntando su relazioni cooperative, sentono che il lavoro e l’economia desiderata possono originarsi dal loro agire, dalla loro capacità, dalla loro creatività, dal loro arrischiarsi condiviso anche andando alla scoperta fiduciosa di altre potenzialità dei contesti vicini e lontani.

Lavoro ed economia perciò sentiti come ambiti da non disgiungersi da una vita sana, felice e integra, senza ignorare le difficoltà del procedere e gli scacchi, anzi facendone occasione di apprendimento.

Lavoro ed economia che vogliono dunque essere altro rispetto alle logiche capitalistiche dell’affarismo, dell’appropriarsi da parte dei pochi a scapito dei più e a scapito del pianeta ove, soprattutto, la finanza speculativa e spregiudicata sta producendo una tremenda povertà nel nostro occidente e osteggiando i tentativi di autosviluppo nei diversi Sud del Mondo.

E’ in questa attualità storica che l’esperienza MAG, attraverso il lavorio quotidiano (e qui mi collego al tema del Convegno) si fa autorità sociale e politica nei contesti locali, regionali e nazionali. Ci chiamano ovunque a raccontare la nostra esperienza: Scuole, Università, Sindacati, ULSS, Associazioni di Migranti, Liste civiche, Municipi ecc.; e questo lo dico perché dimostra che da parte di molti ormai si sente la necessità e il valore di ciò che facciamo. Ma noi sappiamo che per cogliere la portata delle nostre proposte servono trasformazioni, serve nuova consapevolezza. Noi non abbiamo missioni salvifiche da svolgere: nel nostro andare a raccontare, ci sostiene la convinzione che ciò che abbiamo appreso e realizzato nei contesti piccoli ha oggi un significato grande che può stare a fondamento dell’ordine generale dell’economia, delle istituzioni e della nuova civiltà.

Una nuova civiltà che secondo noi già agisce e si esprime con forza nelle molteplici forme di cura dei beni comuni, quei beni spesso abbandonati o delegati al mercato. Una nuova civiltà che si mostra nello straordinario ritorno alla cura della terra, nel rilancio di moltissime forme di autoproduzione anche nei territori urbani, (qui a Roma c’è per es. l’esperienza dell’occupazione del Teatro Valle da parte di giovani artisti/e che vi lavoravano e che ne hanno impedito la chiusura) nel recupero ed aggiornamento di arti e mestieri antichi ma carichi di storia, nelle innovative forme di cohousing e di coworking, col recupero di spazi pubblici abbandonati, nel porre il denaro nei canali della finanza etica, e nel protagonismo di donne e uomini nell’altra economia, sotto forma d’azionariato popolare e nel non mettere i soldi nelle finanziarie e nelle borse!

Queste sperimentazioni, che sono il quotidiano della MAG, vedono in prima linea le donne: donne di diverse generazioni, donne mosse innanzitutto dall’amore per la vita, dall’amore per la città, dall’amore per il territorio, come mostrano anche le esemplari pratiche delle Città Vicine raccontate nell’ultimo A&P, giornale di Azione Mag: Ci prendiamo la città.

Tali sperimentazioni sono fondate sul principio di guadagnare con sobrietà per guadagnare tutti, avendo presente che nell’impresa sociale ci sono guadagni monetari e non monetari; e indicano come il criterio di competitività, che ha imbarbarito la società, può essere convertito con il criterio di cooperazione dentro e fuori l’impresa. Un criterio di cooperazione non generico bensì nutrito da quella che chiamiamo – utilizzando le parole della teologa Ina Pretorius – “la competenza dell’esserci”, che cresce e si sviluppa proprio coltivando “il senso dell’autorità” da parte di comunità educanti.

La MAG che riteniamo una “comunità autoeducante”, riconosce il senso dell’autorità come “dimensione circolante”, senza misconoscere le necessarie figure di “autorità di posizione” (es. Presidente, Direttrice ecc.). In sostanza, noi crediamo e lavoriamo per l’affermazione di “un’autorità diffusa” nel nostro procedere quotidiano. Così, nel validare progetti autoimprenditivi, incoraggiamo le donne e gli uomini a “esserci integralmente” con i loro desideri, la loro responsabilità, e questo anche per contesti ed azioni a volte molto limitati, avendo attenzione a far emergere cose buone e significative per chi è in gioco e per la loro rete di relazioni: dando  fiducia ed autorizzazione, appunto, dopo che loro stessi hanno dato autorità alla MAG bussando alle nostre porte e mettendosi in qualche modo in affidamento.

Nell’andare a conclusione di questo mio intervento ricordo quanto ci disse Luisa Muraro 10 anni fa in occasione del 25° MAG: “Tutte e tutti vogliamo brillare, vogliamo esserci, vogliamo contare. C’è necessità di relazioni d’autorità che risveglino il personale protagonismo, la singolarità in primissima persona togliendo al potere e al denaro il monopolio di rendere grandi”.

Questa è l’autorità che vogliamo rendere sempre più feconda e praticabile anche per ri-generare la Democrazia Popolare che renda davvero possibile la convivenza nel pianeta, così come auspica il libro di Annarosa Buttarelli, Sovrane. La Democrazia può ri-generarsi, dice Annarosa – citando Maria Gimbutas –“ risalendo all’indietro fino all’età Matrifocale dove c’era signoria e intelligenza femminile al governo del mondo”.

Saremo 9 miliardi di persone tra qualche decennio, eravamo 1 miliardo e 200 mila all’inizio del ‘900: anche per questo serve la nostra radicalità che in relazione possiamo nutrire e rilanciare.

____________________________________________________________

Articolo di Loredana Aldegheri pubblicato sul giornale trimestrale A&P Autogestione e Politica Prima, “Autorità femminile nell’agire politico e nell’amministrare”, n. 3/4 2014