Il Master in diretta: Luigino Bruni!

Quinta lezione del master con Luigino Bruni… in teleconferenza a causa di imprevisti dell’ultimo minuto.
Luigino Bruni
@ 15:53 Beni Relazionali, Beni Comuni, Giustizia e Speranza. Queste grandi parole hanno in comune che richiamano la natura relazionale dell’essere umano. Sicuramente una dimensione tipica dell’essere umano è che “funziona” pienamente quando è in relazione.
@ 15:55 Anche a partire dal Genesi: per dire umano devi dirlo in due. Uomo e donna.
@ 15:56 Beni Relazionali: nell’attività c’è una qualcosa che produciamo / consumiamo assieme. Al di là del reddito, la gente sta bene quando è in relazione. Sempre più interessano le relazioni sotto i beni, rapporti significativi veri. Specialmente del lavoro.
@ 15:57 Pensiamo ora ai Beni Comuni. Sono faccende che non stanno nel rapporto tra un individuo e una cosa, ma nell’insistere dei rapporti delle persone su delle cose. Beni Comuni non sono la gestione di un diritto di singoli, individualmente intesi. È il rapporto tra le persone che crea la comunità del bene comune.
@ 15:59 Servono forme nuove per stare assieme, tra le persone. Nelle nostre società c’è una tendenza fortissima all’individualizzazione, perché il rapporto mette a rischio e può fare male. Ma se non troviamo questi modi, non avremo realmente Beni Comuni, sarebbero troppo fragili.
@ 16:01 È importante investire nei Beni Comuni, metterci tempo, vanno curati. Non si auto-organizzano. Sono frutto di secoli di civiltà, ma serve l’impegno nella cura del bene comune. La Politica più alta.
@ 16:02 Dobbiamo rieducarci al rapporto in carne ed ossa. Uscire di casa ed incontrarsi. Anche in un mondo che alza il costo di uscire.
@ 16:03 Qui è in gioco la Democrazia. Per quella serve la “politica fatta per strada”. Servono gli incontri veri, in carne ed ossa.
@ 16:04 Il Narcisismo oggi è una malattina endemica. Cerchiamo fonti di consumo degli altri, ma manca l’incontro davvero, in carne d’ossa. È necessario vedere l’alterità, non negarla.
@ 16:05 Ma per tutto questo bisogna accettare la vulnerabilità, la ferita dell’incontro con l’altro. La ferità che è al contempo benedizione. Ma una società che vede ogni ferita come costo, rischia di costruire un mondo di isolamento. Ma ricordiamo il Genesi: “Non è bene che l’uomo viva solo”.
@ 16:07 Martha Nussbaum: “Devo combattere, perché si sta diffondendo una cultura nella quale, per evitare il dolore dei rapporti profondi si evitano i rapporti”
@ 16:08 Martha Nussbaum: “Ci sono buone pene e cattivi piaceri”
@ 16:09 Ma cosa possiamo fare in questo contesto?
@ 16:10 Rapporto uomo / donna: non a caso ad occuparsene per prime sono state le donne. C’è una dimensione di gratuità. Prendiamo il mondo del lavoro. Le donne soffrono di più: il mondo del lavoro era occupato solo da maschi, e quindi quel mondo è stato costruito su logiche solo maschili. Oggi non può più essere così.
@ 16:14 Siamo talmente dentro ad un immaginario maschile che facciamo fatica a vederlo diversamente. Ma dovremmo rifletterci di più.
@ 16:15 Una cosa concreta che si può fare è una cosa che va sotto il nome dello Slot Mob. Passiamo all’azzardo. Oggi è tra i settori con i profitti più alti, il terzo in italia. Dietro, si nasconde un po’ di tutto. [approfondimento]
@ 16:17 È necessario sensibilizzare in questo senso. Noi facciamo questo Slot Mob, andando a fare colazione in bar che hanno tolto le slot, e promuovendo il buon gioco, quello relazionale. Possiamo iniziare ad orientare la gente con scelte su grandi temi civici. In una logica premiale: non punendo chi sbaglia, che va bene, ma non basta, ma premiando chi è virtuoso. Come a dire che il bene è più profondo.
@ 16:20 Premiamo quindi chi è buono. In modo festoso. Andando a scegliere chi si comporta così, nelle nostre scelte economiche e di spesa, di consumo. Scegliere il commercio equo, la Mag, le banche diverse. Dando un premio, quindi, alla virtù.
@ 16:21 Sono convinto che dovremmo fare di più per inventare lavori con i Beni Comuni. Dobbiamo fare in modo che queste cose belle che abbiamo diventino lavoro. Non basta averle, queste cose belle. Perché non immaginare oggi, in una stagione di calo del lavoro, una nuova fase di movimento cooperativo? Il lavoro ce lo inventiamo noi!
@ 16:23 La cooperazione ce l’ha questa grande intuizione.
@ 16:24 Questo nel campo della cultura, dell’ambiente, del verde, della vita in comune. Questo è il campo in cui può esserci una nuova stagione cooperativa, mossa dai giovani. Oramai il lavoro non lo può più crearo lo Stato o la Grande Impresa.
@ 16:26 Un’altra cosa importante da fare è di riportare persone buone a fare Politica. Negli ultimi 40 anni abbiamo dato un’immagine di politica con incentivi perversi, attraendo in questo mondo persone con motivazioni personali. Ci siamo riempiti di un campione peggiore dell’Italia. Gente non interessata al bene comune.
@ 16:27 Le persone con motivazioni diverse si sono fermate invece al Civile. Ora bisogna far rientrare questo Civile nelle istituzioni.
@ 16:29 Bisogna rilanciare queste cooperativa, e fare questi “slot mob” in tutti i grandi temi civili, premiando dal basso la Buona Economia. E poi far emergere delle persone che ritrovino il gusto di impegnarsi in Politica, per il Bene Comune. Con Politica parlo non solo del governo, ma di tutte le istituzioni. Bisogna che torni il Buono in poltiica.
@ 16:30 Altrimenti lasciamo che questi spazi di Comune se li riprenda la foresta.
Interventi dei partecipanti
Mario Gritti
Mi ha colpito molto il discorso sulla sofferenza della relazione che cerchiamo di evitare, che vedo molto più forte nella cultura maschile che in quella femminile. Le donne soprattutto stanno ritentando di legare vita ed economia, in particolare penso a Ina Pretorius.
Luigino Bruni
Sicuramente c’è una cultura che mette in risalto la rivalità tra uomini, ma se guardiamo a miti biblici (es. rapporto tra Rachele e Lia) troviamo esempi anche di competizione tra donne…i rapporti tra donne non sono certo sempre collaborativi! Però penso che tante volte, se avessimo affidato a donne la politica, la scrittura delle leggi, avremmo oggi un sistema molto meno aggressivo. Però non basta mettere delle donne in luoghi pensati da uomini, perché rischiano di essere assorbite dai meccanismi maschili. Un rapporto uomo-donna giusto è fondamentale per ogni civiltà.
Loredana Aldegheri
Qui in sala e nei precedenti incontri abbiamo lavorato sulla differenza maschile e femminile e siamo convinti che è vero, mettere le donne in un sistema maschile le porta ad appiattirsi su quel modello senza riuscire a prendere parola partendo da sé.
Oggi però sento che non possiamo più parlare di un modello unico maschile, che in molti uomini c’è ascolto. Volevo chiederti se confermi che c’è un movimento degli uomini in questo senso.
Luigino Bruni
Parto dalla mia storia personale: sono cresciuto nel movimento dei Focolari, fondato da una donna, quindi ho sempre avuto l’idea della donna non solo come mamma e nonna, ma nella sua dimensione pubblica. Poi, a mio parere non occorre essere donne per parlare del femminile e di sue dimensioni (es. vita, fecondità), perché quelle in realtà sono dimensioni della vita, quindi proprie anche dell’ uomo. Credo che l’ uomo si privi di una grande energia non coinvolgendo le donne, per esempio in politica. Poi dipende anche dalle culture, per es. nelle Filippine ci sono le donne nei posti di potere e sono molto competitive e aggressive…sarebbe interessante capire in quale punto della crescita questi paradigmi culturali prendono il sopravvento e capire se è una questione solo culturale o anche proprio di com’è strutturato il cervello di uomini e donne.
Maria Teresa Giacomazzi
Prima hai detto che le “persone migliori” si trovano tra chi lavora nel nostro tipo di economia, piuttosto che in politica. Mi sembra però che queste stesse persone, nel momento in cui entrano nel sistema politico, perdano la loro spinta e non riescano a portare quel cambiamento che portavano nel loro ambito. Come si fa a mantenere questa leva, a non perderla?
Luigino Bruni
Credo che non esistano persone eccezionali sempre e in ogni contesto. L’ Italia oggi avrebbe voglia di un movimento politico diverso dal basso, ma il cambiamento deve arrivare anche dall’ alto.
Chiara Alessandria
Vorrei che riprendessi il discorso sui social network dannosi. E poi ti ringrazio per le tue parole su uomini, donne e potere.
Luigino Bruni
Oggi per le donne che si vogliono impegnare in politica ci sono molte opportunità (per via delle quote rosa e di altre regole), quindi invito le donne a farsi avanti. Purtroppo poi nel rapporto uomo-donna entrano anche le dinamiche legate alla fascinazione, all’ aspetto più sessuale, il che porta molte donne a sentire che per fare carriera devono in qualche modo rinunciare alla loro dignità. Sarebbe sbagliato avere ambienti di lavoro solo maschili o solo femminili, perché il rapporto uomo-donna è naturale, normale nella biodiversità! Il problema è quando l’uomo in quell’ ambiente applica dinamiche di potere.
Sui social network: non sono negativi in sé, lo diventano se ci si dedica troppo tempo e se non li integriamo col rapporto in carne ed ossa. Si sta perdendo la dimensione del corpo, che vuol dire limite, quindi si sta perdendo la dimensione del limite.
Mariangela Castagna
Si parla sempre di partire dal basso in politica, di partire dall’ alto…in realtà secondo me basterebbe partire dal dare importanza alle piccole cose, come il semplice non buttare per terra una sigaretta, il resto viene di conseguenza.