In uscita il nuovo A&P: “Ci prendiamo la città”

In uscita il nuovo A&P: “Ci prendiamo la città”

È in uscita il numero doppio 03-04, anno XXI (luglio/dicembre 2013) di Autogestione e Politica Prima, trimestrale di azione Mag e dell’economia sociale.

Questo numero, intitolato “CI PRENDIAMO LA CITTA’” – con il contributo della Rete delle Città Vicine – , presenta i seguenti articoli:

  • Editoriale
  • Lo scatto in avanti della Politica delle Città Vicine, di Anna Di Salvo
  • Perché ci prendiamo la città, di Anna Potito
  • Abitare e Creare, di Luciana Talozzi e Carla Neri
  • Combattere per la bellezza, di Rosalba Maltese e Nadia Nappo
  • Lampedusainfestival 2013: arte e politica sulla porta tra Africa e Europa, di Pina La Villa
  • Seminiamo il gioco in città, di Letizia Montalbano
  • Due lettere della Val di Susa alle Città Vicine

Riportiamo di seguito l’editoriale di Alessandra De PeriniLoredana Aldegheri.

Le città che tanto amiamo, le nostre città natali o quelle dove abitiamo e lavoriamo, sono gli scenari dei drammi e dei grandi avvenimenti della vita contemporanea.

Questi contesti straordinari, complessi e irripetibili di vita, ricchi di passato, di forme artistiche e architettoniche, di beni preziosi, splendidi palazzi e antichi tesori, dove tessiamo relazioni e ci impegniamo a realizzare momenti di vita pubblica, sono oggetto di speculazioni dissennate, di veri e propri furti e interventi distruttivi da parte dei poteri politici ed economici.

Ma le città oggi sono anche matrici di nuove forme della politica. Pensiamo alle innumerevoli città italiane ed europee, dove in questi ultimi anni hanno risuonato le voci, le grida, le lotte, le manifestazioni di comitati cittadini, movimenti giovanili, studenti e docenti precari, pensionati e casalinghe, gruppi di donne, di operai e operaie in cassa integrazione, di badanti, infermiere, maestre elementari, extracomunitari, artisti e intellettuali.

Di fronte alle disuguaglianze crescenti, tante e tanti, facendo leva sulla forza dei propri desideri e sulle relazioni, invece di lamentarsi e cadere nella trappola della contrapposizione sterile o della rivendicazione dei diritti di cittadinanza, inventano lavori, nuove forme di cooperazione e di economia, creano mercati, luoghi significativi di incontro e di scambio, dove circolano parole, idee, impreviste possibilità. I movimenti e le lotte del presente non hanno assunto la forma della rivendicazione dei diritti, ma quella dell’ironia, della baldanza, dello spiazzamento, della gioia di esserci, nonostante tutto, del gioco, delle rappresentazioni artistiche nelle pubbliche piazze, della flessibilità e disponibilità a cambiare velocemente posizione per non farsi trovare, per sorprendere e disattendere le aspettative dei sistemi di potere.

E le città, come le persone, vanno messe in relazione, guardate, descritte, raccontate l’una dall’altra e viceversa. Così nascono nuove e impreviste modalità di scambio tra città vicine e lontane.

Ci prendiamo la città” è stato l’imperativo che ha fatto convenire a Roma, il 23 marzo scorso, alla Casa Internazionale delle Donne la Rete delle Città Vicine, di cui fa parte anche Mag Verona.

Nelle pagine che seguono c’è tutta la ricchezza degli interventi e l’esemplarità delle situazioni scambiate tra le diverse realtà che si sono confrontate sui nodi cruciali della politica oggi e del vivere comune. E molto altro ancora: resoconti, recensioni, immagini, articoli e lettere.

All’opera in tante città d’Italia oggi ci sono moltissime donne e alcuni uomini che accendono e alimentano desideri, offrono orizzonti di senso per la vita delle e degli abitanti, propongono soluzioni ai problemi quotidiani e individuano risposte adeguate alle grandi questioni del presente, facendo circolare autorità sociale di origine femminile.

Nel confronto tra le Città Vicine si è dispiegata la competenza a leggere la realtà, interpretandone i segni, a volte  poco visibili e difficilmente decifrabili, aprendo così nuove prospettive, senza adeguarsi alle soluzioni già date, come la “democrazia partecipata” o la “cittadinanza attiva”, con uno sguardo attento alla natura costituente di alcune pratiche e realtà in lotta. Questa è la grande sfida oggi delle Città Vicine.