Nuovo numero di A&P: “Economia delle relazioni e cura dei beni comuni”

È in uscita il numero 02, anno XXI (aprile/giugno 2013) di Autogestione e Politica Prima, trimestrale di azione Mag e dell’economia sociale.
Questo fascicolo, intitolato “ECONOMIA DELLE RELAZIONI E CURA DEI BENI COMUNI”, presenta i seguenti articoli:
- Editoriale, di Loredana Aldegheri
- Gestire l’Acqua Bene Comune, intervista a Ugo Mattei a cura di Paolo Dagazzini
- Viaggio e interviste tra donne creatrici di aziende con mandamento matrilineare di Catania e dintorni, a cura di Anna di Salvo
- Imprese Sociali in Rete: Beni Comuni per le realtà locali e oltre, sintesi della ricerca a cura di Francesco Grottola
- Imprese Sociali in Rete: Beni Comuni per le realtà locali e oltre: le voci al convegno, a cura di Alessandra De Perini
- La cultura aumenta il PIL di Milano: il teatro Elfo Puccini, a cura di Tommaso Vesentini
- Spazio ai lettori e alle lettrici, Senza reti nessuno si salva, Orazio Menini e S.Z., “La Nostra Casa onlus” di Peschiera d.G.
- Fiocco rosa, Microcosmo
- Letto per voi, Architetture del Desiderio, a cura di Simonetta Patané
- Casa Comune Mag
Riportiamo di seguito l’editoriale di Loredana Aldegheri.
Questo numero di Autogestione e Politica Prima esce qualche settimana dopo il convegno cittadino sulle “Imprese Sociali in Rete – Beni Comuni per le realtà locali e oltre”. Convegno di cui diamo conto nelle pagine centrali e che conclude una fase di studio e ricerca durata circa 3 anni, che ha portato alla luce la maturità delle Imprese Sociali a matrice Mag. Le pratiche relazionali e la gestione autoimprenditiva della rete Mag sono state rigorosamente analizzate e anche confrontate con i criteri, elaborati dalla premio Nobel per l’economia, Elinor Ostrom, sulla cosidetta “terza” via oltre il pubblico e oltre il privato trovandovi notevoli convergenze e alcune importanti differenze. Il convegno ha favorito la liberazione di sentimenti di felicità diffusa, oltre alla consapevolezza di una forza che, dalle Imprese Sociali in Rete, fluisce nei contesti senza autoconfinarsi nei localismi. Il tutto con la chiarezza che abbiamo “svoltato”. Dal liberismo imperante degli ultimi 30 anni ci sentiamo di vivere e di voler oggi consolidare la società dei beni comuni. E così accanto all’amore per la terra, l’acqua, l’aria, ci mettiamo la cultura , la salute, il lavoro di cura, il lavoro non mercificato, l’educazione alla fiducia e alla reciprocità, tutti ambiti di cui è attenta e in cui è attiva proprio l’Impresa Sociale in Rete. E ciò senza cancellare “il mercato”, bensì riposizionandolo a lato delle comunità e della convivenza. Ma il numero comincia dalla sperimentazione di Napoli: Acqua Bene Comune.
Buona lettura.