Economia di Conversione, di Riconoscenza, della Gioia – LA TRILOGIA di Autogestione e Politica Prima

Cos’è AP ?
Si tratta di una rivista, attiva da ben 20 anni, incentrata sulle tematiche dell’economia sociale e della finanza solidale, in cui mettiamo tutto il nostro impegno, con la convinzione che la comunicazione e la riflessione diffusa siano il primo passo per realizzare un’economia a misura di donne, di uomini e dell’ambiente in cui viviamo, un’economia che la Mag di Verona e la rete delle Imprese Sociali praticano già da ormai oltre trent’anni.
Ultimi due AP 10 EURO 8 EURO
ECONOMIA della GIOIA
È l’ultimo numero di AP e chiude la trilogia iniziata con Economia di Conversione. Dopo Economia della Riconoscenza, Economia della Gioia vuole offrire una panoramica su esperienze che mettono in luce come le due dimensioni possano non escludersi a vicenda. Sfogliando queste pagine troverete un ventaglio di esperienze interessantissime raccontate da chi, giorno per giorno, costruisce un’economia più autentica, fondata sulla persona e sulla gioia di vivere le relazioni e il proprio lavoro. Dalla cooperativa sociale Vecchia Orsa, che produce ottime birre dando lavoro a soggetti svantaggiati, al gruppo Ortiche – Orti che crescono, promossa da ragazzi e ragazze che si mettono a lavorare per trasformare in orti dei terreni incolti e l’Associazione “Centro Sperimentazione Autosviluppo”, che promuove progetti concreti di economia alternativa. Troverete poi un articolo sul rivoluzionario passaggio dal concetto di P.I.L. a quello di B.I.L. (Benessere Interno Lordo), un estratto del “Manifesto per un’ Economia Sociale – Idee e persone per un’ Italia Sostenibile” e una recensione del libro “Dio è violent” di Luisa Muraro.
ECONOMIA della RICONOSCENZA
Secondo AP della trilogia. Si apre con le parole di Simon Weil che, nel libro “La prima radice”, parla del riconoscimento come uno dei bisogni irrinunciabili dell’anima. Non sempre abbiamo però il linguaggio, le parole e l’attenzione per mettere in pratica la riconoscenza nella vita di tutti i giorni. La lettura di questo fascicolo apre la strada a molti spunti e riflessioni, rappresenta un valido stimolo a riconoscere il valore di ciò che c’è e che abbiamo per lo più ricevuto in dono. Troverete la Festa della Riconoscenza a Chioggia verso i tesori del mare; la ricchezza della biodiversità che ci circonda in “Ci pensa la natura: a noi saperlo ri-conoscere” e l’esperienza della fattoria “Il Rosmarino” nell’articolo “Agricoltura Bio-Sociale: ecco ci c’è riuscito”. Tra i contenuti anche un articolo sulla Coop. Soc. L’Alveare; una riflessione sulla riconoscenza e l’amore per recuperare il territorio a cura di Paolo Dagazzini; un articolo sui Beni Comuni nella visione di Elinor Ostrom; il caso di Reverse nell’articolo “‘Ri-conoscere’ ciò che si trasforma a partire dallo scarto” e infine la recensione del libro “Oggi è un altro giorno” di Wanda Tommasi, a cura di Alessandra De Perini.
Trilogia:
Economia della Gioia + Economia della Riconoscenza + Economia di Conversione
15 EURO 10 EURO
ECONOMIA di CONVERSIONE
Questo numero dal titolo Economia di Conversione completa La trilogia insieme a Economia della Gioia ed Economia della Riconoscenza. La conversione riguarda le donne e gli uomini nelle loro differenze e nelle loro dimensioni fondamentali di spiritualità e di materialità. Dimensioni che abbiamo bisogno di ricongiungere affinché l’economia e soprattutto il sistema finanziario ritrovino il proprio posizionamento nel deciso sostegno alla vita e ai viventi. Per questo parliamo oggi di economia di conversione. L’economia di conversione sposta il focus dal consumismo diffuso e dall’arricchimento di pochi all’essenziale e al benessere di tanti. Si concentra su una aggiornata solidarietà ovvero su un agire che chiama alla condivisione piuttosto che al “si salvi chi può”. L’economia di conversione non separa pubblico e privato, né li avvinghia uno sull’altro. Semmai, supera la troppo conosciuta reciproca strumentalità per fare spazio ad una trasparente interdipendenza tra i due ambiti facilitando una nuova fertilizzazione delle Istituzioni.
Concretamente, le politiche dell’economia di conversione realizzano uno sviluppo equo e solidale: oltre la crescita e oltre la decrescita, con azioni di: Redistribuzione della ricchezza; Redistribuzione del lavoro; Riconversione ecologica; Attenzione e sostegno ai Beni Comuni; Reddito sociale; Recupero dei centri storici; Sostegno ad interventi culturali, musicali, artistici; Recupero, riciclo, riuso dei beni ad ogni livello, recupero e aggiornamento dei vecchi mestieri sia di origine femminile che maschile.
(4 numeri) Trilogia + Economia delle Relazioni e della Mutualità:
20 EURO 15 EURO
IL BUON VENTO.
ECONOMIA delle RELAZIONI e della MUTUALITA’
Abbiamo una buona leva in mano per scardinare il “mostro del sistema” economico e finanziario globale che abbiamo contribuito a creare, anche con le nostre complicità spesso inconsapevoli. E’ la massa del risparmio personale (poco o tanto dei più) affidata a circuiti che poi interagiscono con gli speculatori finanziari che ci stanno portando sull’orlo del baratro. Una via alternativa ce l’hanno indicata i fondatori e le esperienze del mutualismo, ma anche, a ben guardare, gli uomini e le donne a partire dalle reti familiari ma non solo che, nella ricostruzione del dopoguerra, si prestavano i risparmi senza interesse, per avviare una piccola attività economica, ricostruire la casa o sopperire ad impellenti necessità. Le persone si davano credito e perciò fiducia guardandosi negli occhi, per senso di solidarietà ed empatia, consapevoli che solo insieme si poteva tornare a vivere e credere nel futuro. Perché questo attaccamento? Tanto da far diventare il denaro quasi un “tabù”, da non parlare liberamente del suo utilizzo (tranne che in contesti circoscritti), andando quasi verso una sorta di “avarizia”? Al contempo rimaniamo poi sbalorditi e sfiduciati all’apertura dei telegiornali che ogni mattina ci dicono: “i mercati ci stanno punendo!”. Ma siamo noi che alimentiamo i mercati… Per farci del male?
In questo numero, coinvolgente e ricco di contenuti, conosceremo le molte donne e molti uomini che hanno scelto di fare gesti concreti, liberatori, felici. Mettere – anche una parte del denaro – a disposizione di chi vuole avviare un progetto sociale, un lavoro, una micro-impresa, direttamente, senza intermediazioni, riscoprendo la gioia della fiducia nelle possibilità concrete di un tessuto relazionale di prossimità.
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