Oggi alla Mag: Architetture del Desiderio

UN NUOVO MODO DI VIVERE LE CITTA’:
LO SGUARDO DELLE DONNE CHE TRASFORMA
LE ARCHITETTURE DEL DESIDERIO IN REALTA’.
LUNEDÌ 12 ALLA 17:30 ALLA CASA COMUNE MAG
Sono donne e hanno bloccato le ruspe della ferrovia, scoperto che un problema può divenire una risorsa al pari di un rifiuto che può divenire l’inizio di una nuova esperienza di vita. E tutto partendo da uno sguardo. Un sguardo sulla città capace di vedere non solo quello che c’è ma quello che potrebbe esserci. Lo sguardo di donne, ma anche di uomini, che si rivolge agli spazi del vivere umano senza fermarsi alla funzione, ma immaginando le relazioni che possono ospitare. “Perché è nella relazione” spiega Anna di Salvo, co-curatrice di Architetture del Desiderio “che si manifesta la diversità del pensiero femminile”. Un pensiero capace di prendere tante forme e percorsi raccolti nel libro che verrà presentato Lunedì 12 novembre alle 17:30 nella nuova casa Comune Mag. L’opera è “un caleidoscopio di esperienze e racconti di pratiche messe in campo, grandi e piccole, ma capaci, ognuna, di cambiare a suo modo la vita di una città”. Si va dalla lotta di Catania per impedire l’abbattimento di oltre 40 edifici Liberty sacrificati, nell’ottica del sindaco e medico di Berlusconi, al potenziamento della linea ferroviaria, fino all’esperienza di Verona, dove architetti e urbanisti protestarono alla rimozione delle panchine portandosi da casa le sedie in piazza; dai parchi autogestiti della Svizzera fino ai cassonetti dei ‘rifiuti con affetto’ veneziani, dove vengono deposti gli oggetti che hanno terminato la loro vita in una famiglia e possono iniziare una nuova storia in un’altra. “Non è solo urbanistica” spiega Anna Di Salvo. “E’ un approccio diverso che guarda agli spazi, all’economia, al territorio, all’amministrazione alla cura delle persone e alle possibilità di iterazione e recupero sociale con un occhio diverso. L’occhio delle donne, appunto, capace, a volte, di vedere cose che altri non vedono pur guardando nella stessa direzione”. E’ lo sguardo capace di intravedere non solo “il materiale ma anche il pensiero che può generare” e che, viceversa, può distaccarsi dall’astrazione delle parole come economia ricordando che “economia in greco altro non vuol dire che scienza della casa”. E’ un ritorno alla semplicità, alla partecipazione, alla commistione ‘buona’ tra “pubblico e privato, tra micro e macro” che, nel complesso, “spera di dare vita ad un pensiero politico nuovo: un pensiero in grado di accogliere tutta la creatività e la freschezza delle esperienze raccolte in giro per l’Italia e raccontate in Architetture del Desiderio. Esperienze nate dallo sguardo delle donne e capaci di divenire uno nuovo modo di vivere e trasformare le nostre città.