Nuovo numero di AP: IL BUON VENTO dell’ECONOMIA delle RELAZIONI e della MUTUALITA

È in uscita il numero 02, anno XX (maggio/agosto 2012) di Autogestione e Politica Prima, trimestrale di azione Mag e dell’economia sociale.
Questo fascicolo, intitolato “IL BUON VENTO dell’Economia delle Relazioni e della Mutualità”, presenta i seguenti articoli:
– Editoriale di Maria Teresa Giacomazzi
– Il miracolo dei mattoni a cura di Alessandra De Perini
– Un’impresa culturale si rilancia creando lavoro solidale a cura delle Tre Libraie della Libreria delle Donne di Bologna
– “Come l’edera”, il bilancio di trent’anni della Comunità la Genovesa: parla Milena Giacometti a cura di Pietro Sommacampagna
– Questo viaggio mi ha cambiato la vita, Vittorio Carta di Planet – Viaggi Responsabili rilancia e racconta a cura di Tommaso Vesentini
– Spazio ai lettori ed alle lettrici: Orazio Menini e Renzo Fior
– Box: ECOGECO: complimenti per l’innovazione green e sociale!
– Spaginando: Parere del CESE sul tema “Imprenditoria sociale e impresa sociale”, a cura di Loredana Aldegheri
– Letto per voi: “Essere maschi tra potere e libertà” di Stefano Ciccone, a cura di Alessandra De Perini
Riportiamo di seguito l’editoriale di Maria Teresa Giacomazzi.
Abbiamo una buona leva in mano per scardinare il “mostro del sistema” economico e finanziario globale che abbiamo contribuito a creare, anche con le nostre complicità spesso inconsapevoli. E’ la massa del risparmio personale (poco o tanto dei più) affidata a circuiti che poi interagiscono con gli speculatori finanziari che ci stanno portando sull’orlo del baratro (parole di Monti). Con effetti di cui stiamo pagando (non tutti!) un carissimo prezzo di vite in sofferenza.
Come utilizzare la leva del piccolo risparmio individuale è semplice. L’hanno indicato i fondatori e le esperienze del mutualismo, ma anche, a ben guardare, gli uomini e le donne a partire dalle reti familiari ma non solo che, nella ricostruzione del dopoguerra, si prestavano i risparmi senza interesse, per avviare una piccola attività economica, ricostruire la casa o sopperire ad impellenti necessità.
Le persone si davano credito e perciò fiducia guardandosi negli occhi, per senso di solidarietà ed empatia, consapevoli che solo insieme si poteva tornare a vivere e credere nel futuro.
La MAG di Verona (la prima MAG d’Italia) trae da lì la propria origine che ci consente di dire che anche ora possiamo uscire dalla “follia collettiva” se diffusamente re-iniziamo ad interrogarci sul perché, il nostro denaro, tentiamo di “metterlo al sicuro” nei posti oggi più incontrollabili al Mondo: a partire dai conti correnti, fino ai fondi speculativi (attenzione che sono alimentati dai fondi pensionistici, che dovrebbero garantirci le pensioni nel futuro!!!).
Perché questo attaccamento? Tanto da far diventare il denaro quasi un “tabù”, da non parlare liberamente del suo utilizzo (tranne che in contesti circoscritti), andando quasi verso una sorta di “avarizia”?
Al contempo rimaniamo poi sbalorditi e sfiduciati all’ apertura dei telegiornali che ogni mattina ci dicono: “i mercati ci stanno punendo!”. Ma siamo noi che alimentiamo i mercati… Per farci del male?
Molte donne e molti uomini hanno scelto di fare gesti concreti, liberatori, felici. Mettere – anche una parte del denaro – a disposizione di chi vuole avviare un progetto sociale, un lavoro, una micro-impresa, direttamente, senza intermediazioni, riscoprendo la gioia della fiducia nelle possibilità concrete di un tessuto relazionale di prossimità.
Lo stanno facendo molte e molti, anche in Verona, in Italia, nel Mondo, perfino negli Stati Uniti… E’ anche questo il senso della nostra sfida in corso. Contribuire in tanti, direttamente per il progetto di una a CASA COMUNE per l’ECONOMIA SOCIALE, per l’Associazionismo senza tetto, per il libero incontrarsi.